L’ ARTE è ciò che accade quando
la vita incontra la meraviglia.
E proprio Arte è ciò che ho visto un giorno ritrovandomi nel profilo Instagram di questa giovane artista di Crotone. Si chiama Deborah ma il suo nome d’arte è Ceien, ha 21 anni e vive tra “tra treni, libri e pennarelli”.
Mi sono innamorata della sua arte così, per completo caso, tanto da commissionarle il logo della pagina di ZAIRAF. Le sono immensamente grata per avermi donato il suo tempo e la sua Arte, per aver concretizzato i miei sentimenti e il mio essere, per aver “dato forma alle mie idee”.
Qual è il significato del tuo nome d’arte: Ceien? Ceien è un soprannome che ho sempre avuto, da quando sono nata. Mi è stato dato da un mio zio appena mi ha vista. L’ho sempre ritenuto bello e soprattutto molto personale. E’ una sfaccettatura di quello che sono, e la mia preferita sinceramente.
Come è nata la tua passione per l’arte? E’ banale ma non posso che dire che è nata con me. Non ho memoria di quando ho iniziato a disegnare o ad amare l’arte in generale, è cosi da sempre. Ricordo che da bambina disegnavo con i miei zii, chiedevo loro di farmi delle bozze da colorare, e lo stesso facevo con mia mamma. Avevo un sacco di colori e strumenti che vorrei ancora oggi, ma chissà che fine hanno fatto!
A cosa ti ispiri per creare le tue illustrazioni? Mi ispiro semplicemente a me stessa, a quello che sento, e provo a concretizzare tutte le mie emozioni su carta, non riuscendoci mai appieno, in verità. Alcuni dicono che le mie illustrazioni hanno molto di triste e malinconico, il che è vero. Provo sempre a liberami delle cose che sento e che non mi piacciono, dandogli la forma che più preferisco.
Come scegli le frasi giuste per ogni illustrazione? Non credo esista un metodo, francamente. Le scrivo e basta, è un po’ come se fosse il titolo del disegno. Credo serva soprattutto a indirizzare chi legge a vederla un po’ come me, come se fosse una linea guida per l’interpretazione dell’illustrazione.
Perché disegni specialmente donne? Prediligo le donne perché mi piace il modo in cui riescono a suscitare le emozioni che cerco. E’ come se una parte di me si riflettesse in loro e mi viene più naturale rappresentare quello che conosco bene.
Quale colore in particolare utilizzi spesso nei tuoi lavori? E cosa ti suscita quel colore? L’utilizzo dei colori è abbastanza variabile, la scelta avviene in corso d’opera. Mi viene difficile pensare a un colore in particolare, amo tutti i colori e mi piace da morire pasticciare.
C’è un periodo artistico ed un artista che adori? In generale non ho qualcosa di “preferito”. Proprio per questo apprezzo molto diversi movimenti artistici, la lista sarebbe davvero lunga, ma dovendo scegliere il primo posto andrebbe al Surrealismo. Amo l’idea di dover andare oltre ciò che l’occhio vede, mostrare una visione diversa da quella che siamo abituati a vedere. Dunque artisti come Salvador Dalì, piuttosto che René Magritte, sono tra i miei preferiti.
Pensi che ci sia differenza tra il disegnare su tablet e il disegnare su carta? Assolutamente sì! Almeno per quanto mi riguarda, ognuno dei due ha i suoi pro e i suoi contro. La possibilità di sentirsi liberi di sbagliare è sicuramente uno dei più grandi pregi del disegno digitale. E’ molto più pratico e c’è la possibilità di cambiare stile o modificare parti del disegno un numero infinito di volte. Ma c’è da dire che la carta è sempre un passo avanti. Credo che a priori sia proprio diverso il modo di approcciarsi. Il disegno in digitale è molto più sperimentale per me, a differenza della carta, dove il metodo è molto più studiato.
Hai avuto difficoltà all’inizio a disegnare in digitale? Il primo approccio è stato strano, ci ho messo un po’ ad abituarmi. Ricordo che i primi tempi passavo intere giornate a disegnare. I tratti non erano mai come piacevano a me, e sinceramente credo sia una cosa abbastanza personale. Ancora oggi disegno raramente direttamente sull’Ipad, poichè preferisco abbozzare il disegno a matita e poi trasferirlo in digitale, mi trovo decisamente meglio.
Chi è la tua inspirational woman? Perché? Vale se dico mia madre? E’ la donna che mi ha insegnato tutto quello che so e mi ha aiutata a diventare quella che sono. Tutti avrebbero bisogno di una madre come la mia, la mia più grande sostenitrice fin da sempre. Ho sempre avuto la libertà di scegliere da sola la mia strada e qualunque cosa decidessi non sono mai stata sola. E’ proprio come lei che voglio diventare da grande.
Qual è il tuo sogno nel cassetto? Il mio unico sogno nel cassetto è quello di riuscire ad essere soddisfatta di quello che faccio. Non so ancora bene cosa voglio dalla vita né tantomeno fin dove riuscirò ad arrivare. L’unica cosa che sogno è essere felice.
Oltre l’arte, cos’altro ti fa star bene? Mi fanno stare bene un numero spropositato di cose! Mi piace guardare con occhi diversi ogni cosa, prenderli nella propria integrità ed osservarli da diversi punti di vista. E’ come quando ripeti la stessa parola tante volte e ad un certo punto risuona strana, diversa. Qualsiasi cosa può farti stare bene. Basta guardarla nel modo giusto.
Qual è il tuo mantra? Non ho un mantra, ho sempre la mente in confusione e nessun metodo per tenermi calma. L’unica cosa che faccio spesso è scrivere le cose che penso, appuntare tutti i pensieri per metterli in ordine. Fallisco quasi sempre purtroppo.
Cosa consiglieresti a chi, come te, vorrebbe intraprendere il percorso di illustratore? Non credo ci siano consigli più giusti di altri da dare, l’unica cosa che mi sento di dire è di farlo. Iniziare prima di tutto per sé stessi, per diventare ciò che realmente si vuole. Appena imboccata la strada giusta sarà tutto in discesa.
Poiché Coffee Break è una rubrica che nasce principalmente per condividere il bello che scopro in Internet, vi lascio qui di seguito il profilo di Deborah. Sperando che riuscirete a vedere anche voi in lei quella bellezza che ci ho visto io.